Stai comprando un immobile e non sai quali sono le spese extra oltre al valore dell’immobile? Vediamole insieme.
Spese di compravendita
Le spese di compravendita varia a seconda che l’acquisto avvenga da un privato o da un costruttore:
Da Privato:
- Onorario notarile
- Imposta ipotecaria: 50€
- Imposta catastale: 50€
- Imposta di registro, basata sul valore catastale dell’immobile. Può essere al 2% o al 9% se la casa è la prima o meno. L’imposta di registro non può mai scendere sotto i 1000€.
Da costruttore:
- Imposta di registro: 200€
- Imposta catastale: 200€
- Imposta ipotecaria: 200€
- IVA: 4% se prima casa, 10% se seconda casa, 22% se casa di lusso
- Onorario notarile
Spese notarili
Il compenso da corrispondere al notaio si compone di tre voci:
- Le imposte da corrispondere all’Agenzia delle Entrate (vengono versate direttamente dal Notaio per conto del cliente);
- L’onorario e le tasse per l’archivio nazionale notarile, cui si aggiunge l’IVA al 22%;
- Le somme dovute a titolo di rimborso.
Le spese notarili sono sempre a carico del cliente, tranne nella surroga, dove sono pagate direttamente dalla banca che acquisisce il mutuo.
Spese di istruttoria
Si tratta del compenso richiesto dalla Banca per la lavorazione della pratica di mutuo. Generalmente il costo è espresso in una percentuale tra lo 0,50% e l’1% dell’importo del mutuo. In altri casi ci si potrebbe trovare di fronte a quote fisse, con scaglioni crescenti proporzionalmente all’importo del finanziamento.
Nel caso di surroga, le spese di istruttoria sono gratuite per legge.
Spese d’agenzia
Il compenso dell’agenzia immobiliare corrisponde a una percentuale del prezzo d’acquisto dell’immobile. Il fatto che debba essere pagata sia dall’acquirente che dal venditore è una prova del ruolo neutrale che il mediatore immobiliare deve svolgere nel corso della trattativa, fino all’avvenuta compravendita.
La normativa in materia non stabilisce esattamente a quanto debba ammontare la provvigione; tuttavia la Camera di Commercio ha indicato delle percentuali orientative, che variano a seconda delle regioni e a volte anche delle singole città italiane. Il panorama dunque è molto diversificato; in media venditore e compratore pagano il 3% del prezzo di vendita.